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Archivio mensile:agosto 2011

Oggetto: Richiesta di accesso ad atti, documenti e informazioni ai sensi della LR n. 15 del 20 giugno 2008 e del D.Lgs. 241/1990.

Al dirigente dell’Ufficio VIA/VAS

IL SOTTOSCRITTO

chiede di prendere visione informale ed estrarre i sottoelencati atti documenti relativi alla procedura VAS del PRGRU (Piano Regionale dei Rifiuti Urbani):

 

1) Bozza o versione definitiva del rapporto ambientale, comprendente tutti gli allegati.

2) Documento di piano stralcio in seguito alla prima fase della VAS, incluso un elenco di tutti i contributi pervenuti nella fase di scoping; del rapporto ambientale preliminare e di tutti gli altri documenti e rapporti elencati al tabella con tempistica di cui al paragrafo 4 (“Approccio Metodologico di Valutazione”) del documento di scoping.

3) Quadro della situazione impiantistica, da pubblicare alla rispettiva voce sul sito apposito del Servizio Rifiuti e Bonifica.

4) Informazioni più precise sulla tempistica che il Servizio Ecologia e il Servizio Rifiuti e Bonifica intendono adottare per la conclusione della VAS (prevista entro il 1 gennaio 2012), considerato che il dlgs. 152/2006 prevede 45 giorni di tempo per le osservazioni del pubblico dalla pubblicazione del rapporto ambientale e visto che potrebbe configurarsi già una situazione di ritardo, che non dovrà andare a scapito della democrazia della procedura di VAS.

 

Si auspica, inoltre, la pubblicazione dei suddetti documenti sul sito dell’assessorato regionale all’ambiente.

Rescondo II incontro programmatico (11-12 luglio 2011, Bari Fiera del Levante)

Procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del nuovo Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU), da concludersi secondo la “road map” della Regione entro la fine dell’anno corrente.

Innanzitutto, bisogna delimitare il campo di azione dichiarato dall’intera procedura di PRGRU, cioè quello di creare una filiera industriale dei rifiuti su scala regionale.

Introduzione dell’assessore all’ambiente Lorenzo Nicastro: un piano “partecipato”, cioè complesso e mirante a responsabilizzare tutti gli enti locali che vi partecipano. Donato Pentassuglia, Presidente della V Commissione Consiliare della Regione, è il responsabile politico dell’adozione del piano:
http://www.consiglio.puglia.it/applicazioni/cadan/cms_consiglieri/datacomm.aspx

Antonietta Riccio (Dirigente Regionale Ufficio Gestione Rifiuti e responsabile dell’INQUADRAMENTO DELLE PROPOSTE DI PIANIFICAZIONE D’AMBITO):

  1. i 16 ATO territoriali dovranno confluire in 6 Ato provinciali entro il 31 dicembre 2011;
  2. il lavoro della Regione per costituire gli ato territoriali non verrà però completamente vanificato, in quanto pochi ATO si sono dotati finora di un Piano d’Ambito: esso resta di fatto comunque utile come promozione di percorsi locali e intercomunali;
  3. dato che gli ATO rimasti indietro o a zero nella pianificazione d’ambito vengono sollevati da questo compito e che non c’è tempo di fare i piani d’ambito provinciali, è dunque il caso di inglobare (accorpare) queste procedure territoriali e provinciali nella unica VAS del nuovo piano regionale, creando dei sottopiani.Secondo Riccio, questa consultazione dei livelli locali e provinciali serve “a sapere che ciò che verrà deciso in sede di VAS regionale verrà effettivamente attuato”. Tale discorso riguarda anche i “contratti di servizi”. E qui che sta la vera autonomia degli enti locali, nel decidere:1. la gestione pubblica o privata della risorsa rifiuti e degli impianti e 2. se adeguarsi al minimo indispensabile imposto dal piano regionale o se andare oltre … → la scelta fondamentali di Comuni, Unioni di Comuni, Consorzi ed ex Ato territoriali è se incentivare per contro proprio la filiera corta (o anche a km 0 per il compost) oppure se seguire pedissequamente la strada della VAS di una filiera industriale del rifiuto.Secondo Riccio “la revisione dei servizi è necessaria per pianificare meglio e attuare la pianificazione subito”.
  4. FONDAMENTALE: E’ stato chiesto alle Province come intendono chiudere il ciclo delle a) frazioni organiche e 2) frazioni secche. E, soprattutto, è stato chiesto alle Province come intendono gestire il compostaggio e la frazione secca se non riusciranno a chiudere localmente il ciclo. Federico Cangialosi (Segreteria Tecnica della redazione del PRGRU).
  • Come si trattano i RUR (Rifiuto Urbano Residuo) di una differenziata alta, oltre il 65% stavilito dal decreto Ronchi per il 2012, non dev’essere compito del piano attuale.
  • Cangialosi parla di impianti TMB (trattamento biomeccanico), non a valle (stile Vedelago o Pietrasanta, a freddo + estrusione), ma solo a monte (=semplice centri di selezione) per vagliare il rifiuti urbano residuo (RUR). Per RUR, Cangialosi intende lo scolapasta, il giocattolo, materassi, etc.. Si parla solo di “revamping”, ammodernamento degli attuali centri di preselezione.
  • Si parla anche del “fondamentale” dell’autocompostaggio, ma ciò non è tra le finalità del piano.Secondo Cagialosi, l’inizio di un’organizzazione della RD farà sì che nei prossimi 1-2 anni ci sarà il boom della produzione di CDR, in quanto cominceranno ad essere selezionati grossolanamente il tal quale dall’organico ed aumenterà – proporzionalmente – la disponibilità di materie plastiche e cartoni da bruciare.L’attuale produzione totale di RSU in Puglia è 1950 t/a.

    La capacità attuale di combustione di CDR, di 320.000 t/a non è “sufficiente”,

    perché si prevede una produzione di “CDR e frazione secca del combustile” dai 420.000 ai 500.000 (non è detto che la produzione di combustibile crei un sopravanzo di 150.000 arrrivando a 650.000”).

***

La seconda giornata è stata dedicata ai contributi di approfondimento della bozza del piano, soprattutto per il problema della governance (pubblico/privato). La scelta della Regione è quella di tagliare tutti gli investimenti pubblici, limitandosi ad incentivare (non è chiaro se questa politica verrà effettuata anche per gli impianti di compostaggio, ma su questo la posizione di partenza è: nessun nuovo impianto). In conclusione della mattinata, Vendola annuncia nel suo intervento due nuovi impianti di compostaggio a Cellamare (BA) e Manfredonia (FG).

Sindaco di Bari Michele Emiliano

Bari ha due grossi problemi:

  • la frazione umida che attualmente porta ad un privato di Giovinazzo, Daneco, che come la Tersan di Modugno, non è un vero impianto di compostaggio;
  • la frazione secca che non sa bene come trattare; ha chiesto ai cementifici in Italia ma solo uno della Basilicata ha risposto di sì ma a prezzi eccessivi; la Regione gli avrebbe prospettato diverse tecnologie d’incenerimento come la gassificazione.

Emiliano si è detto “pronto” ad accogliere qualsiasi finanziamento, magari per un CDR, ma in alternativa gli sta bene un impianto di compostaggio pubblico (comunale) dalla Regione. Emiliano vedrebbe bene Bari come Salerno.

Le finalità del piano regionale dei rifiuti urbani attualmente in fase di elaborazione (procedura VAS) fino alla fine del 2011 sono le stesse di quello vecchio: bruciare il maggior quantitativo di rifiuti e trasformare le discariche di rifiuti solidi urbani in discariche speciale di ceneri di combustione.

La Regione Puglia non è disposta a discutere le proposte innovative dei cittadini che arrivano dal web e sono state ufficialmente messi agli atti delle procedure di “scoping” e di redazione del piano. Queste si possono sintetizzare così: Rifiuti Zero!

In realtà, noi crediamo che la necessità di avere un piano regionale dei rifiuti urbani sia veramente limitata (un solo esempio: non si parla di compostaggio domestico). Tutta sta dunque ai Comuni (o alle Unioni di Comuni) e ai cittadini, che possono scegliere forme di organizzazione del ciclo “rifiuti” in distretti a filiera corta con compostaggio e centri di recupero di tutti materiali. La Regione, qui, non deve mettere i bastoni far le ruote, facendo il gioco della lobby di discariche ed inceneritori (oppure, com’è successo a Conversano (ATO BA5), obbligando le municipalità ad aumentare la produzione di rifiuti) e deve porsi l’obbiettivo di aumentare la raccolta differenziata ferma al 15% (al di sotto della Campania).

Il crowdsourcing (letteralmente, l’esternalizzare un compito ad un numero indefinito di persone) è l’unico modo di pianificare democraticamente la gestione delle risorse umane e planetarie. Islanda docet 🙂