Osservazioni in crowdsourcing al Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU) della Regione Puglia.

Oggetto: Osservazioni in crowdsourcing al Piano Regionale per la Gestione dei
Rifiuti Urbani (PRGRU) della Regione Puglia.

Le seguenti osservazioni sono state redatte per conto del gruppo facebook “Piano
Rifiuti 0 on-line Puglia” (www.facebook.com/groups/68411259424/), amministrato
da Giuseppe Dimunno e Toni Rizzo.

PREMESSA METODOLOGICA:
Il metodo con cui queste nostre osservazioni sono redatte si chiama
“crowdsourcing”. Cioé, si tratta di attribuire un determinato compito ad una platea
indefinita (dall’inglese crowd, cioé folla) di partecipanti, a differenza della pratica
dell’outsourcing che mira ad affidare la risoluzione di un compito d’interesse
pubblico, come nel caso presente dei rifiuti urbani e delle risorse, ad un’agenzia
esterna o a figure meramente tecniche – che è poi quanto perseguito dalla Regione
per questo piano (vedi gli incarichi a DIPAR, ENEA e UniBA per lo studio del
secco-residuo).
Quanto alla metodologia che il PRGRU dovrebbe, a detta degli scriventi, seguire,
bisognerebbe guardare maggiormente ad alcuni “trend” in atto in molti Comuni della
Regione Campania e nelle iniziative di legge rifiuti zero diffuse anche in Puglia
(come Cerignola, Modugno e l’Unione Terra di Leuca, che hanno aderito
ufficialmente a questa Strategia). Appare evidente la volontà di molti sindaci e
cittadini di ritornare alla gestione comunale dei rifiuti urbani, laddove gli indirizzi
regionali continuano a seguire l’opinione culturalmente arretrata secondo cui sarebbe
economicamente svantaggiosa la raccolta porta a porta e pertanto preferibile
l’incenerimento, anche se dannoso. In sintesi, la nostra proposta di un “piano
regionale a rifiuti zero” poggia su due capisaldi:
a) chiediamo che la Regione modifichi il Piano, nella direzione di lasciare ai
Comuni o agli ARO la possibilità di uscire dalle ATO-ARO per gestire in
proprio i rifiuti urbani, con modalità più sostenibili;
b) di subordinare la richiesta di uscita dalle ATO-ARO alla redazione di un piano
rifiuti comunale o intercomunale, che dovrà essere approvato con parere di
conformità dalla Regione Puglia entro tre mesi (superati quali scatta il silenzio
assenso), ovvero di rendere obbligatoria per ogni Comune o unione di Comuni la
redazione di un proprio piano partecipato della gestione dei rifiuti urbani o
l’adesione volontaria ad un tale piano intercomunale.

QUESTIONI DI FATTO:
1. Provincia di Foggia
Con riferimento specifico all’ordinanza ”Attività di allineamento degli impianti
complessi della Provincia di Foggia per il conferimento della FSC (Frazione Secca Combustibile) presso
l’impianto di produzione di CDR in agro di Manfredonia” (Decreto dell’ufficio-
stralcio del commissario delegato all’emergenza ambientale Vendola del 2 aprile
2012), si fa notare come: da quanto scritto nella stessa ordinanza sembrerebbe come
nessuno dei tre impianti complessi (Cerignola, Deliceto, Foggia) in provincia di
Foggia (vi si legge di “sperimentazione” e di necessità di deroghe al TUA-Dlgs.
152/2006) sia in possesso dei requisiti normativi di AIA sia tecnici (come l’IRD) per
la produzione di Frazione Secca Combustibile idonea alla trasformazione in CDR o
CSS presso l’impianto Cogeam di Manfredonia. Vedi:
http://noinceneritoretressanti.blogspot.it/2012/06/dio-riciclo-vendola-brucia.html/.
Paradossalmente, a Foggia l’inceneritore è pronto ma non gli impianti propedeutici.
In secondo luogo, tuttavia, quanto allo stesso inceneritore di Manfredonia, si deve far
rilevare ai redattori del rapporto ambientale-‘bozza’ del nuovo PRGRU come esso sia
già funzionante da tempo – probabilmente in fase di test – ma senza che l’inizio del
ciclo produttivo sia mai stato comunicato alle amministrazioni comunali interessate,
in primis il Comune di Cerignola contrario alla costruzione dell’opera e attualmente
ricorrente al Consiglio di Stato contro il relativo provvedimento di AIA.
2. Provincia di Taranto – Inceneritore AMIU nel Comune di Statte
Quanto all’inceneritore AMIU “Città di Taranto”a Statte, costruito negli anni ’70 e
autorizzato per la prima volta con D. regionale 124/2006 del C. D. all’emergenza
ambientale, si nota come lo stesso sia sito in una gravina su cui gravano i cd. vincoli
paesaggistici “galassini”, in assenza di specifica Autorizzazione Paesaggistica della
Soprintendenza/MiBAC. Tale fattispecie è paragonabile a quella, contestata a livello
di giustizia amministrativa (recente sentenza del TAR), del vicino inceneritore Appia
Energy di Massafra? Si ricorda il caso Ecoenergia di Modugno (BA), bloccato per lo
stesso motivo fatto proprio con parere sfavorevole del comitato regionale VIA.
3. Impianto “TMB” di Conversano (BA)
Il nuovo PRGRU non specificherebbe in modo chiaro e definitivo la destinazione in
uscita dei materiali, se in discarica (di soccorso presso lo stesso impianto) o ad
incenerimento, e se in quest’ultimo caso, presso quale impianto di termodistruzione.
4. Stralciare l’opzione del coincenerimento nei cementifici
Contro tale possibilità prevista dal Rapporto Ambientale redatto da ARPA, si
rimanda alla campagna in corso LIP ZeroWaste: http://www.leggerifiutizero.it.404544_3314897990887_1221324686_3409388_1715483569_a

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